Alimentazione, cammino e meditazione: noi siamo più di ciò che mangiamo

L’alimentazione è un aspetto che tocca trasversalmente sia il tema del cammino che quello della meditazione.

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la dicotomia tra mente e corpo deve necessariamente essere superata, poiché il corpo influenza in maniera determinante la mente (provate a stringere una matita tra i denti e vedrete che l’espressione facciale associata tipicamente al sorriso, provocherà la medesima reazione del sorriso reale!) e, viceversa, la mente influenza il corpo (basti pensare allo stress!).

Di conseguenza anche l’alimentazione non può essere considerata esclusivamente ragionando sui cibi e le bevande che assumiamo ma anche in relazione ad altre tipologie di nutrimento.

Noi siamo più di ciò che mangiamo!

La prospettiva buddista, infatti, descrive quattro tipi di “nutrimento”:

  1. Cibi e bevande
  2. Impressioni sensoriali
  3. Volizione
  4. Coscienza.

Il primo tipo di nutrimento: cibi e bevande

Ciò che mangiamo e beviamo è fondamentale per il nostro benessere. E’ importante valutare molto attentamente gli alimenti assunti nel corso della giornata sia con riferimento alle tipologie che alle quantità.

Altro passo fondamentale è osservare in maniera approfondita il modo in cui ci si nutre. Mangiare con consapevolezza significa cibarsi e bere senza distrazioni, senza voracità, osservando l’aspetto e il colore di ciò che portiamo alla bocca, sentendone il profumo, toccandone la consistenza, ascoltando il suono che si dispiega tra i nostri denti durante la masticazione. Per praticare questo tipo di consapevolezza potrebbe essere utile sperimentare la meditazione dell’uvetta o della mela.

Ancor più in cammino sarà bene nutrirsi con consapevolezza seguendo alcuni suggerimenti:

  • Non appesantirsi: evitare cibi che ostacolano l’attività fisica ed il movimento, come ad esempio cibi molto elaborati che impegnando l’apparato gastrointestinale in attività di complessa digestione comportano fatica e sonnolenza; evitare bevande alcoliche e gassate; preferire le verdure ai carboidrati raffinati che rilasciano troppo rapidamente;
  • Preferire frequenti spuntini a pasti consistenti: recuperare energie durante il cammino preferibilmente nutrendosi di frutta o frutta secca a guscio (noci, mandorle, ecc.)
  • Bere molta acqua: durante un’attività fisica pesante come il cammino, per evitare la disidratazione e recuperare liquidi, sarà opportuno bere molta acqua. Per tale motivo è importante documentarsi prima di incamminarsi sull’eventuale presenza di fonti e sul quantitativo di acqua da portare con sé;
  • Gustare cibi e bevande del luogo: cercando di non contrastare con i punti precedenti è bene sperimentare pietanze e bevande del luogo, a chilometro zero, in armonia con la cultura del territorio che si sta attraversando e con preferenza per zuppe di legumi, verdure cotte e frutta locale di stagione.

Il secondo tipo di nutrimento: le impressioni sensoriali

Il nutrimento tipo di nutrimento sono le impressioni sensoriali, ossia ciò che deriva dalle attività percettive degli organi di senso che, nella visione buddista sono sei: occhi, orecchie, naso, lingua, corpo e mente. Pertanto, i sei oggetti della percezione sensoriale sono: forma, suono, odori, sapori, stimoli tattili e oggetti mentali con cui entriamo in contatto attraverso le sei “coscienze sensoriali”: coscienza visiva, coscienza uditiva; coscienza olfattiva; coscienza gustativa; coscienza corporea; coscienza mentale (pensiero).

Tutto ciò che percepiamo ci nutre e ci plasma.

Durante un cammino, così come nella vita, saranno impegnati e stimolati attivamente i nostri sensi: orizzonti sconfinati, profumi inediti, la sensazione dei piedi sui diversi tipi di terreno, sapori sconosciuti, i suoni della natura e, soprattutto, pensieri, pensieri, pensieri… che emergeranno durante il nostro andare. Cerchiamo di avere consapevolezza di tutto ciò e, possibilmente, selezionare gli oggetti delle nostre percezioni “innaffiando” nella nostra mente i semi positivi che emergeranno in futuro come “formazioni mentali”. Accompagnare il cammino con letture positive che rinfrancano lo spirito può andare in tale direzione.

Il terzo tipo di nutrimento: la volizione

Il terzo nutrimento attiene alla nostra volizione o volontà, ossia il più profondo desiderio di conseguire ciò che desideriamo. Ciò che desideriamo non è a priori giusto o sbagliato, ma può essere usato a favore o contro il nostro bene e quello della comunità.

Ad esempio, durante un cammino, chiediamoci quale sia l’obiettivo del nostro andare: arrivare prima? Superare gli altri e dimostrare il nostro vigore? Esibire il raggiungimento della meta come risultato? Oppure andare semplicemente per “andare”? camminare per conoscere meglio noi stessi? Superare i nostri limiti fisici mentali per dimostrare di valere più degli altri oppure per ritornare nella nostra quotidianità più ricchi di energia da condividere con gli altri?
Come ricorda Thich Nhat Hanh: “Gettare uno sguardo approfondito e consapevole sulle nostre voglie può aiutarci a metterci sul sentiero giusto, quello che porta al benessere”.

Il quarto tipo di nutrimento: la coscienza

Secondo la visione del buddismo zen, quotidianamente nella nostra coscienza fluiscono pensieri, parole e azioni. Vi è una “coscienza deposito” in cui tutte le impronte delle nostre percezioni sensoriali rimangono allo stato latente e una “coscienza mentale” in cui tali semi sbocciano divenendo “formazioni mentali”.

Formazioni mentali possono essere la paura, la disperazione, la rabbia, la consapevolezza. Non si tratta di reprimerne alcune a favore di altre, ma di potenziarne alcune, quelle “positive” per il benessere nostro e altrui, per far sì che si fortifichino a vantaggio di quelle “distruttive”.

Un cammino lungo oppure la pratica costante della meditazione camminata può rappresentare una buona “palestra” per allenare il nostro “giardiniere”, ossia la nostra coscienza mentale ad innaffiare i semi positivi a vantaggio di una vita più bella e amorevole nei confronti di noi stessi, degli altri e del mondo intero (secondo la prospettiva dell’inter-essere, ossia del legame che ci unisce a tutti gli esseri dell’Universo).

In conclusione, se nel corso delle nostre passeggiate meditative, del nostro cammino e della nostra vita ci nutriremo secondo una dieta che contempli “quattro nutrimenti salutari” miglioreremo la nostra consapevolezza contribuendo attivamente ad emanciparci dal dolore e dalle sofferenze: ogni passo del nostro cammino ci renderà più fiduciosi, più gioiosi, più amorevoli.

Di Claudia G. Rubino